
QUEL BULLISMO INCONSAPEVOLE CHE ARRIVA DA MAMMA E PAPA’
“Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima ed inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo.” – Albus Silente
Il mestiere più difficile del mondo è quello del genitore, si sa. Dare troppo, dare poco. Dire sì, dire no. Difficile sapere con certezza qual è la decisione giusta per ogni situazione. A volte, però, può capitare che un genitore travalichi il confine del proprio ruolo di educatore per passare, inconsapevolmente, a un modello comportamentale simile a quello dei bulli.
Se da un lato, è vero che i genitori devono essere un saldo punto di riferimento, capace di fissare limiti e impartire regole, è altrettanto importante porsi sempre nella condizione di ascolto verso il figlio adottando comportamenti e linguaggi consapevoli. Sono soprattutto gli atteggiamenti nella sfera verbale ed emotiva a fare la differenza. Basare l’educazione dei figli sulla paura, sulla sottomissione o sulla minaccia non può che compromettere non solo il rapporto genitore-figlio ma anche l’autostima del bambino stesso. Ugualmente controproducente è l’utilizzo di un linguaggio svilente soprattutto davanti ad altre persone, ancor di più se lo si mette a paragoni con fratelli o altri componenti della famiglia. È un metodo sbagliato quello che sfrutta l’autorità per prevaricare sull’altro e influenzare la sua volontà. Urlare o minacciare non serve. Se proprio si è nella condizione di dover dire di “no”, allora è meglio motivarlo attivando un percorso educativo basato sulla comprensione. Al contrario, perpetuando in metodi, seppur inconsciamente, bulli si rischia che il bambino imiti quel comportamento, adotti un atteggiamento o un linguaggio aggressivo nei confronti dei suoi compagni diventando egli stesso un bullo.
Altrettanta attenzione va posta sul tipo di rapporto fra il papà e la mamma. Se ci sono frequenti litigi, prese in giro pesanti, costanti rinfacciamenti di mancanze o errori, ci si sta imbattendo in un esempio educazionale negativo. I bambini sono come spugne e assorbono tutto ciò che vedono e sentono dal mondo che li circonda, soprattutto quello famigliare. Se in casa c’è carenza di ascolto, rispetto e amore, è possibile che anche il bambino, in futuro, costruisca rapporti basati su queste identiche caratteristiche.
Come evitare, allora, di essere genitori-bulli? È importante, innanzitutto, esaminare il tipo di comportamento che assumi con tuo figlio e capire se esistono elementi che possono essere considerati prevaricatori. Non significa che tu non debba mai arrabbiarti o dire sempre “sì” ma scegli un tipo di rapporto basato sull’ascolto, sulla comprensione, sulla vicinanza invece di uno autoritario con urla e minacce. Se è così, capisci cos’è che ti fa arrabbiare così tanto e ti porta facilmente a perdere la pazienza. Se si tratta di un problema individuale, non riversare le frustrazioni su di lui. Se, invece, pensi che non ti ascolti abbastanza, allora parlagli con calma e fagli capire il tuo punto di vista. Impara a conoscerlo e a migliorare la qualità del tempo che trascorri con lui. Chiedigli cosa gli piacerebbe fare insieme a te. Ascoltalo. Essere un buon genitore non è semplice. Ogni tanto, però, chiediti: “Uso un linguaggio consapevole con mio figlio?” “Ascolto attentamente i suoi bisogni, le sue esigenze?” “Presto attenzione alle parole che uso con lui?” Fermati e rifletti.